Nulla sarà più come prima

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E’ la frase che sta più circolando in questi giorni sospesi, così gravidi di ansia, paura e di disorientamento. Sì grande disorientamento perché tutto è accaduto così in fretta. Conducevamo la nostra vita in maniera spensierata dando tutto per scontato. Uscire al mattino per andare in ufficio, accompagnare i nostri figli a scuola, andare a fare la spesa, a fare sport, cinema, teatro, incontrare gli amici. La nostra vita fatta di routine, magari non tutte piacevoli. Ma non eravamo consapevoli di quello che avevamo. Della fortuna di poter scegliere liberamente tutto ciò che ci passava per la testa. Ci credevamo invincibili. Potevamo avere tutto a portata di mano, anzi di click.

Poi è un arrivato un giorno in cui un Decreto della Presidenza del Consiglio ha iniziato a limitare le nostre uscite. Ci è stato detto cosa potevamo fare e cosa no. Improvvisamente ci siamo trovati non più padroni della nostra vita. Solo divieti. Qualcuno che ci ha detto che non potevamo più uscire di casa, che i nostri figli non sarebbero più andati a  scuola o in università, non saremmo più usciti  per andare a lavorare, comprarci un libro, un paio di scarpe, bere un aperitivo con un amico.

Così all’improvviso ci siamo accorti che prima eravamo felici. Ma non sapevamo di esserlo.  E improvvisamente siamo diventati consapevoli. Consapevoli che avevamo tutto e che non sapevamo di averlo. Ora anche la più piccola attività, la più piccola azione ci sembra assuma un significato importantissimo. Quello che questa situazione di emergenza e distanza sociale ci ha fatto riscoprire il valore delle piccole cose. Il valore dei piccoli gesti. Sono tanti gli insegnamenti che il Covid 19 ci sta dando. Anche se i video che stanno girando sui social dove al Coronavirus viene dato addirittura un pensiero, un messaggio da trasmettere all’umanità sono un po’ forzati, è importante fermarsi a riflettere su ciò che eravamo, su ciò che avevamo e su ciò che sarà la nostra vita una volta che da questa brutta emergenza usciremo.

Nulla sarà più come prima perché cambieranno le nostre priorità.

Fermiamoci e proviamo a riflettere.

Le nostre relazioni cambiano

La convivenza forzata di questi giorni non può non cambiare i rapporti e le relazioni. Ci sono genitori che non hanno mai trascorso  tanto tempo con i loro figli. L’obbligo di restare a casa fa riscoprire un nuovo modo di convivenza. Sicuramente questo avrà un effetto sul dopo, sulle scelte lavorative di chi è genitore, specie di figli più piccoli. Sono queste probabilmente le persone per le quali lo smart working da necessità contingente diventerà una scelta futura. Ma per la convivenza forzata potrà anche modificare le relazioni fra i coniugi, tra partner. Decisioni mai prese prima, potranno diventare scelte definitive per il dopo. Se qualcosa dobbiamo ringraziare al Covid 19, ci sarà la consapevolezza delle scelte sincere. Non possiamo continuare a portare avanti relazioni non sane, non appaganti. La vita in questo momento ci mette di fronte a scelte dure, ma sincere e oneste. L’onestà diventerà un imperativo a cui tutti siamo chiamati a dare una risposta. Relazioni più sincere e in molti casi rafforzate. Anche qui nulla sarà come prima.

Focalizzarsi sull’essenziale

Se abbiamo potuto rinunciare ad una parte consistente della nostra libertà, abbiamo saputo fare a meno  anche di  tutto ciò che di superfluo c’è stato fino ad oggi nella nostra vita. Siamo stati bruscamente messi di fronte alla distinzione di ciò che è realmente importante e ciò che è invece futile. Ne faranno le spese certamente molti consumi. Anche nelle aziende nulla sarà più come prima. Molte aziende saranno chiamate a riconvertirsi. Il superfluo sarà abbandonato a vantaggio di ciò che ha un valore più profondo: la cultura, la lettura, l’aggiornamento e gli approfondimenti. Essere pronti a reagire velocemente alle situazioni  e a ricostruirsi un nuovo stile di vita improntato sull’essere e non sull’avere, per citare Fromm.

E’ più importante dare

In questi giorni si sono susseguiti esempi di grande solidarietà, mutuo soccorso fra le persone. Abbiamo riscoperto di essere una comunità. Ci hanno aiutato a trovare forza e speranza i social in cui si sono moltiplicati gruppi di condivisione, flashmob sui balconi, ma tante tante azioni intraprese dai numerosi volontari che rendono bello e generoso il nostro Paese. Abbiamo capito che restare a casa non è importante per la nostra incolumità, ma anche per quella degli altri.  Abbiamo visto medici, infermieri, operatori sanitari che hanno sacrificato la loro vita per poter aiutare i pazienti, che si sono spesi con una forza e un coraggio formidabili. Abbiamo riscoperto relazioni con i vicini, con persone  che non vedevamo più da tempo. Fare del bene fa bene. Lo dicono anche le ricerche secondo cui spostare il focus da noi stessi sugli altri, fa rilasciare a livello cerebrale, endorfine che ci fanno stare meglio. A livello neurobiologico, questa ricerca dimostra che quando aiuti gli altri, stai anche aiutando te stesso

 Il modo più rapido per uscire dalla paura è di uscire da se stessi e aiutare qualcun altro nel bisogno.”  dice Tony Robbins . Se prima di questa emergenza, il mondo è stato guidato da un comportamento volto all’individualismo, abbiamo la speranza che in futuro le nostre azioni saranno improntate ad una maggior condivisione, ad un maggiore altruismo ed a un sapere agire in termini di comunità.

L’elogio della lentezza e della pazienza

Tutto subito, a portata di click. Insofferenti anche se solo il nostro computer non si connetteva subito alla pagina che avevamo digitato nel motore di ricerca. Bulimici di cibo, di divertimento, di consumi. Ora le lunghe code fuori dai supermercati, le giornate trascorse in casa ci hanno messo nella condizione di dover aspettare.  Riempire le giornate può diventare un problema per chi aveva tutto programmato, schedulato. Riprendersi il tempo, il lusso di annoiarsi può portare invece alla scoperta di cose impensabili. Ma anche stimolare creatività e fantasia. Stare nel momento si dice nella Mindfulness. Meditare, pensare, riflettere, “qui e ora”. Coltivare l’arte della pazienza sarà sicuramente un lascito, che ci aiuterà ad affrontare il dopo con spirito più introspettivo e sereno.

Essere grati

Mai come adesso abbiamo potuto apprezzare le vere gioie della vita, consapevoli che non possiamo dare nulla di scontato. Avere una buona salute, una bella famiglia, degli affetti profondi. Rimanere a casa con tutti i nostri agi, le nostre comodità quando altri devono combattere in prima linea contro una malattia, in solitudine. Ringraziamo chi siamo e quello che abbiamo. Prendiamo coscienza che la vita ci ha regalato dei doni immensi e per questo dobbiamo essere grati. Pratichiamo tutti i giorni sentimenti gratitudine. Cambiamo il nostro atteggiamento di insoddisfazione, le nostre lamentele sciocche per cose prive di importanza. Essere persone grate anche dopo che tutto sarà passato. Non dimentichiamoci di quanto siamo stati fortunati e di quanto abbiamo potuto avere nella comodità delle nostre case, circondati da tanto affetto. E siamo grati a tutti coloro che hanno permesso che noi potessimo vivere in maniera sicura e protetta.

Nulla sarà più come prima. Sono davvero tante le cose che non saranno più come prima. Avremo modo di rifletterci durante il nostro workshop di Art Coaching, per la prima volta online, che organizzeremo il 26 Marzo dalle 17.00 alle 19.00. Avremo modo di prendere consapevolezza degli insegnamenti che questa situazione eccezionale ci ha dato. Prendere consapevolezza di tutto ciò che davamo per scontato, ma che ora non è e non sarà più così.

Perché tutto non sarà come prima.

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IKIGAI per vivere in maniera autentica

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C’è una parola giapponese per descrivere il fatto di aver individuato lo scopo della propria vita.

E’ “Ikigai” . Iki si potrebbe tradurre con “vivere” e “gai” con ragion d’essere, scopo, senso. In pratica significa trovare la nostra ragione di vita, quella motivazione che ci fa svegliare felici alla mattina e pronti ad affrontare con la giusta carica la giornata. E’ uno stile di vita sereno, rilassato, autentico con una grande consapevolezza di sé. Da qualche anno gli studiosi si sono interessati a questo concetto e molte ricerche hanno evidenziato che le persone con un forte Ikigai hanno un’aspettativa di vita superiore a coloro che non hanno individuato lo scopo della propria esistenza. Sono persone che vivono anche più a lungo.
In una parola chi ha trovato il proprio Ikigai vive in maniera felice e appagata.
Si tratta di una persona positiva, autentica che ha trovato una forma di realizzazione della propria esistenza. E’ per questo che un approccio di questo tipo è legato anche ad uno stato di benessere non solo interiore, ma anche fisico. Significa poter vivere senza sentimenti di rabbia, frustrazione, in linea con il proprio essere più profondo.

Cosa ci dice il nostro corpo?

Spesso il nostro corpo ci parla e spesso non lo sappiamo e non lo vogliamo ascoltare. E’ il corpo che per primo esprime sentimenti di insofferenza interiore. Per questo penso che per poter vivere in maniera sana, autentica dobbiamo metterci in ascolto di noi stessi e del nostro corpo.
Un buon esercizio fisico, ad esempio, può aiutarci a vivere meglio e rispettare noi stessi e il nostro corpo.
Io ho iniziato da qualche anno a praticare lo yoga e trovo che sia un importante strumento per poter lavorare sul buon equilibrio psico-fisico. Consiglio a chi non lo abbia mai praticato di avvicinarsi a questa disciplina: è semplice, la si può praticare dappertutto e non è molto impegnativa a livello corporeo. Ma torniamo al nostro vivere in maniera autentica.
Ascoltiamoci
Si dice che spesso siamo noi stessi i migliori sabotatori di noi stessi. Siamo davvero sicuri che quella che stiamo vivendo è la migliore vita per noi?

Proviamo a rispondere a queste 2 semplici domande:

Cosa amo?
In che cosa sono bravo?
Vedrete che queste 2 semplice domande possono mettere in movimento una serie di risposte che ci aiutano davvero a capire se quello che stiamo vivendo o facendo è la miglior vita per noi. Non essere soddisfatti di quello che facciamo, non solo ci fa vivere con frustrazione e insoddisfazione, ma può mettere in crisi anche i nostri rapporti, le nostre relazioni. La frustrazione ci può portare ad avere atteggiamenti di aggressività, invidia nei confronti di chi ci sta accanto. Tutti sentimenti che non fanno che alimentare la nostra frustrazione. Dobbiamo avere il coraggio di guardarci dentro e capire che cosa ci fa stare veramente bene. Chiudiamo gli occhi per un attimo, mettiamoci in ascolto e rispondiamoci con sincerità. Solo noi siamo in grado di conoscerci e siamo noi ad avere le chiavi del nostro successo.


Per poter vivere in maniera autentica possiamo seguire qualche altro piccolo consiglio:
• Mettiamoci in ascolto della nostra parte più intima
• Coltiviamo un dialogo interiore con noi stessi
• Fidiamoci del nostro istinto
• Il cambiamento è sempre possibile
• Non facciamo mai paragoni con gli altri
• La gratitudine è un importante sentimento
• Il nostro potenziale è illimitato

troveremo in questo modo anche noi il nostro Ikigai.
Vi auguro di trovarlo.

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