Ascolta le tue emozioni

Emozioni Maria Luisa Ciccone Coach
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Mai come in questi giorni si è avvicendato un turbine di emozioni: dapprima paura, ansia, poi compassione, accoglienza, amore, gratitudine, speranza, infine accettazione.

Emozioni e sentimenti di una vita intera concentrate in un lasso temporale davvero ristretto. L’Atlante delle Emozioni Umane di Tiffany Watt Smith parla di 156 emozioni e le elenca tutte in ordine alfabetico. Quelle che abbiamo provato e continuiamo tuttora a provare sono sicuramente meno di 156, ma spesso non siamo in grado di dare loro un nome o un significato. L’individuarle e attribuire loro un nome è senz’altro il punto di partenza per saperle riconoscere. Perché è importante saperle individuare? Perché è fondamentale saperle dominare e non farci dominare.

La consapevolezza delle proprie emozioni

maria luisa ciccone coach

La consapevolezza di quello che stiamo provando è importante per saperlo gestire. Proviamo a fare un modello per descrivere le nostre emozioni e sensazioni durante questo periodo legato all’emergenza. La prima fase è stata quella della paura. All’inizio della diffusione della pandemia l’emozione è stata dettata da un grande panico: in primis per la salute propria e dei propri cari e poi per le conseguenze economiche della crisi. Quali sono state le emozioni e i sentimenti? Dapprima gesti inconsulti compiuti in uno stato di angoscia. Corse affannate a riempire i carrelli della spesa, accumulo di prodotti non necessari, grande irritabilità. Come è stata superata la paura? Con la consapevolezza che rispettando le regole, le norme imposte dal governo potevamo salvarci dal rischio di essere infettati. Per quanto concerne l’attività professionale, grazie alla possibilità di lavorare in remoto, o in smart working, come si dice adesso.

Quindi qual è stato il meccanismo che ci ha fatto superare la paura?

La rassicurazione circa una possibile soluzione. Cosa significa ? Che non farsi sopraffare da un’emozione negativa, la paura appunto, ma essere lucidi e razionali ci consente di poter trovare soluzioni adeguate per rispondere in maniera efficace ad un problema. Quindi lucidità di pensiero. Dominare la paura, trasformarla in una condizione di accettazione consapevole: mi comporto rispettando le indicazioni, colgo l’occasione per poter trarre beneficio dalla nuova situazione. Cosa mi può regalare questa forzata pausa? La possibilità di lavorare da casa, più tempo da dedicare ai miei affetti, più tempo per studiare, leggere e approfondire. Più tempo per stare con se stessi.

Entriamo così nella fase di apprendimento.

www.marialuisacicconecoach.it

Lascio andare ciò che non posso controllare. Prendo coscienza della situazione e penso a come comportarmi. Faccio una strategia per organizzare le mie giornate, impostare una routine. Supero la mia ansia ricostruendo uno stile di vita nuovo, fatto di attività piacevoli, esercizi anche sportivi e ricco di affetti, relazioni. Entrano in gioco gli affetti, le relazioni. L’emozione è l’amore. Gesti solidali fra la popolazione. E’ il momento dei flash mob: tutti uniti, ognuno sui propri balconi per comunicare l’un l’altro che non siamo soli, che insieme si vince. E’ il momento di dedicare maggiore tempo alle relazioni: ci si sente al telefono, ci si vede nelle videochat. Si sta uniti. Distanti ma uniti è l’hashstag che diventa un mantra, come quello che ci fa dire andrà tutto bene. Viene poi il momento della gratitudine. Gratitudine nei confronti dei medici, degli infermieri, degli operatori sanitari. Sono i nostri eroi. Dalla paura, dall’ansia, passiamo quindi alle emozioni positive. Ci diamo fiducia l’un l’altro. Accoglienza. Compassione. Ci sosteniamo. Siamo comunità. Entriamo così nella fase di crescita. Vivo nel presente e mi concentro sul futuro.

La mindfulness nostra preziosa alleata

Vivere l’hic et nunc: il grande insegnamento di Jon Kabat-Zinn, padre della mindfulness ci porta a calmare la nostra mente, placare le emozioni negative attraverso la meditazione. La consapevolezza del momento presente è importante per poter aiutare a restare radicati, centrati. Una mente serena ci porta a sapere riconoscere le nostre emozioni, accettandole, senza alcun giudizio. Ci dà quella tranquillità che ci permette di affrontare ogni situazione con pazienza, calma e serenità. Semplice? Sicuramente no. Ma con costanza, impegno e anche disciplina siamo in grado di poterci radicare e coltivare la resilienza, che ci permette di riorganizzare la nostra vita anche di fronte alle difficoltà, restando aperti e sensibili alle opportunità che la vita offre.

Le parole per dirlo

Come vivere quindi in maniera serena, riconoscendo le proprie emozioni sarà l’oggetto del prossimo workshop di Art Coaching online che si terrà il 9 Aprile dalle 17.00 alle 19.30 dal titolo : “Le parole per dirlo”. Per dare voce alle nostre emozioni e sentimenti e saperli accettare

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Generazione Reebot

generazione reebot
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Si chiama “Reebot“, che significa “riavvio” e si riferisce alle persone che raggiungono il picco di creatività intorno ai 50 anni. Le appartenenti a questa nuova generazione sono prevalentemente donne, che decidono di disegnarsi una nuova vita, con nuove esperienze professionali.


Così dopo i Millenials, la generazione x, y, zeta, ci siamo anche noi, donne che, dopo aver accumulato tante esperienze personali, in famiglia, in azienda, abbiamo ancora molto da dire, da fare. Non dobbiamo più dimostrare chi siamo, affermarci, farci apprezzare. Possiamo pensare a noi stesse, dedicarci del tempo, attenzione, in breve amarci di più e quindi concederci di poter realizzare sogni o progetti che sono stati tanti anni chiusi nel cassetto. Possono essere stati eventi negativi che ci hanno condotto a intraprendere nuove strade. Oppure anche la voglia di rimettersi in gioco. La creatività è la spinta della generazione Reebot. Come dicevamo, liberate dalla gabbia di dimostrare che si è persone di valore, con un proprio ruolo soprattutto in azienda, possiamo avventurarci ed esplorare nuove strade. Ovviamente è la passione che ci guida. Trovare e capire che cosa ci abbia sempre appassionato ci aiuta a trovare la strada giusta.


Esistono due cicli di creatività

generazione reebot

Uno studio dell’Ohio State University, ha scoperto che esistono due cicli di creatività. Alcuni raggiungono il picco creativo tra i venti e i trent’anni, altri ci arrivano non prima dei cinquanta. La ricerca dell’Ohio State University dice anche che, mentre i venti, trentenni tendono a superare i limiti, i cinquantenni possono attingere alle loro esperienze. L’ufficio statistico del Regno Unito ha registrato che il 57 per cento degli over 50 lavorano in proprio. Si sa che l’esempio dei paesi anglosassoni viene poi anche preso nel nostro paese. Il trend sarà quindi il medesimo anche da noi. Anzi è già realtà. Nel 2018 il numero delle persone che tra i 51 e 64 anni hanno aperto un’attività in proprio sono stati 59mila, 7mila in più rispetto al 2009. E i numeri sono destinati a crescere, soprattutto perché viviamo, sempre di più in ambito business e aziendale, in un mondo Vuca dove regna la volatilità, incertezza, complessità, ambiguità. Quindi non si può non prescindere da noi stessi. Ripartire da noi. Ricomincio da me. E diventerà ancora importante dopo essere usciti dall’emergenza del Covid 19, dove occorrerà essere molto creativi, coraggiosi e anche saper osare. Ci saranno molte persone che dovranno, anche per necessità, scegliere una professione autonoma. L’aver saputo superare una prova così dura come quella che stiamo vivendo in questi giorni, ci farà essere ancora più resilienti. Una resilienza che chi ha raggiunto i 50 anni sarà davvero molto forte.


Ricomincio da me

Mettersi in ascolto dei propri talenti, delle proprie passioni. E’ questa la risposta per poter affrontare nuovi percorsi, nuove strade e nuove soddisfazioni. L’importante è essere consapevoli di ciò che sappiamo fare bene. Provare a rispondere alla domanda: ” Se potessi scegliere liberamente, senza alcuni condizionamenti, che cosa mi piacerebbe fare?” Quante volta ci siamo posti questa domanda? Poche, troppo poche. Abbiamo troppo spesso intrapreso strade che non corrispondevano ai nostri veri desideri. Abbiamo fatto scelte perché condizionati da quelle di altri e soprattutto da giudizi di altri. Arrivati a 50 anni ci si può riappropriare della propria vita e finalmente portare a termine ciò che ci è sempre piaciuto. Magari per anni è stato solo un hobby: perché non trasformarlo ora in una vera e propria attività?

Una forza in più


Dalla parte dell’età, nella generazione Reebot c’è anche una forza in più. Abbiamo una freccia in più nel nostro arco. Non abbiamo più la paura del fallimento. Abbiamo superato tante prove : il matrimonio, i figli, il lavoro, i successi. Di che cosa dobbiamo avere paura? Siamo immuni dal timore di sbagliare. E poi anche se dovessimo commettere qualche errore, che cosa ci può succedere? Spesso siamo noi che ci mettiamo in una gabbia. Le nostre convinzioni autolimitanti ci impediscono di vedere che cosa è veramente un bene per noi. Impariamo a riconoscere i nostri successi, il nostro valore. Esaminiamo quelli che sono stati i nostri traguardi e così ci rendiamo subito conto che la nostra vita è stata costellata di grandi azioni, di grandi risultati. Impariamo a valutare quanto valiamo davvero. Trarremo forza dalle nostre capacità, dal nostro enorme potenziale. La nostra autostima ne risulterà sicuramente rafforzata. Non dobbiamo abbiamo paura di quello che ci riserva il futuro. Usciamo dalla nostra zona di comfort. La vita incomincia a 50 anni: non diceva così la tradizione? Perché non credere alla saggezza popolare? La generazione Reebot ne è una prova.

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IKIGAI per vivere in maniera autentica

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C’è una parola giapponese per descrivere il fatto di aver individuato lo scopo della propria vita.

E’ “Ikigai” . Iki si potrebbe tradurre con “vivere” e “gai” con ragion d’essere, scopo, senso. In pratica significa trovare la nostra ragione di vita, quella motivazione che ci fa svegliare felici alla mattina e pronti ad affrontare con la giusta carica la giornata. E’ uno stile di vita sereno, rilassato, autentico con una grande consapevolezza di sé. Da qualche anno gli studiosi si sono interessati a questo concetto e molte ricerche hanno evidenziato che le persone con un forte Ikigai hanno un’aspettativa di vita superiore a coloro che non hanno individuato lo scopo della propria esistenza. Sono persone che vivono anche più a lungo.
In una parola chi ha trovato il proprio Ikigai vive in maniera felice e appagata.
Si tratta di una persona positiva, autentica che ha trovato una forma di realizzazione della propria esistenza. E’ per questo che un approccio di questo tipo è legato anche ad uno stato di benessere non solo interiore, ma anche fisico. Significa poter vivere senza sentimenti di rabbia, frustrazione, in linea con il proprio essere più profondo.

Cosa ci dice il nostro corpo?

Spesso il nostro corpo ci parla e spesso non lo sappiamo e non lo vogliamo ascoltare. E’ il corpo che per primo esprime sentimenti di insofferenza interiore. Per questo penso che per poter vivere in maniera sana, autentica dobbiamo metterci in ascolto di noi stessi e del nostro corpo.
Un buon esercizio fisico, ad esempio, può aiutarci a vivere meglio e rispettare noi stessi e il nostro corpo.
Io ho iniziato da qualche anno a praticare lo yoga e trovo che sia un importante strumento per poter lavorare sul buon equilibrio psico-fisico. Consiglio a chi non lo abbia mai praticato di avvicinarsi a questa disciplina: è semplice, la si può praticare dappertutto e non è molto impegnativa a livello corporeo. Ma torniamo al nostro vivere in maniera autentica.
Ascoltiamoci
Si dice che spesso siamo noi stessi i migliori sabotatori di noi stessi. Siamo davvero sicuri che quella che stiamo vivendo è la migliore vita per noi?

Proviamo a rispondere a queste 2 semplici domande:

Cosa amo?
In che cosa sono bravo?
Vedrete che queste 2 semplice domande possono mettere in movimento una serie di risposte che ci aiutano davvero a capire se quello che stiamo vivendo o facendo è la miglior vita per noi. Non essere soddisfatti di quello che facciamo, non solo ci fa vivere con frustrazione e insoddisfazione, ma può mettere in crisi anche i nostri rapporti, le nostre relazioni. La frustrazione ci può portare ad avere atteggiamenti di aggressività, invidia nei confronti di chi ci sta accanto. Tutti sentimenti che non fanno che alimentare la nostra frustrazione. Dobbiamo avere il coraggio di guardarci dentro e capire che cosa ci fa stare veramente bene. Chiudiamo gli occhi per un attimo, mettiamoci in ascolto e rispondiamoci con sincerità. Solo noi siamo in grado di conoscerci e siamo noi ad avere le chiavi del nostro successo.


Per poter vivere in maniera autentica possiamo seguire qualche altro piccolo consiglio:
• Mettiamoci in ascolto della nostra parte più intima
• Coltiviamo un dialogo interiore con noi stessi
• Fidiamoci del nostro istinto
• Il cambiamento è sempre possibile
• Non facciamo mai paragoni con gli altri
• La gratitudine è un importante sentimento
• Il nostro potenziale è illimitato

troveremo in questo modo anche noi il nostro Ikigai.
Vi auguro di trovarlo.

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