Come liberarsi dal bisogno del controllo

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Quante volte ci siamo sentiti sopraffatti dal bisogno di controllare tutto e tutti? Il tema è già stato affrontato più volte. Eppure la realtà ci pone di fronte quasi quotidianamente a persone che non riescono a vivere in maniera serena, senza dover agire con questo bisogno del controllo spesso esasperato.

Per prima cosa occorre chiedere perché si agisce così? Le ragioni sono molteplici, ma la risposta più diffusa è l’incapacità di poter far fronte agli imprevisti, la non capacità di misurarsi con situazioni inaspettate. Esercitare il controllo significa avere sempre tutto…sotto controllo, appunto. Pensare che tutto si possa svolgere e realizzare secondo quanto abbiamo programmato ci dà sicurezza, ci dà la percezione che tutto si possa svolgere senza imprevisti. L’incapacità di gestire l’imprevisto è sempre sintomo di insicurezza, genera stress. Spesso è la spia di una scarsa autostima.

Controllo ergo non sbaglio

Non sapersi misurare con quanto crediamo di non conoscere, la paura dell’ignoto è ciò che spesso alimenta questo nostro desiderio di esercitare il controllo. Come se nella nostra testa volessimo immaginare, ripercorrere quello che dovrebbe succedere. Come in una rappresentazione teatrale, dove l’attore prova e riprova la stessa scena. Ma lì esiste una piéce, un autore che ha previsto come la scena da copione debba svolgersi. Ma la vita – fortunatamente- non è così. Esistono gli imprevisti, le situazione inaspettate. La nostra esistenza è piena di colpi di scena, a volte fortunati, a volte meno. Ma il sapersi misurare e il sapersi adattare è il bello della vita stessa. Vorremmo forse un’esistenza in cui l’esito finale fosse già conosciuto? Vogliamo già conoscere come va a finire il nostro film? La risposta è no. Dobbiamo invece poterci organizzare come se avessimo a disposizione una cassetta degli attrezzi, uno per ogni situazione davanti alla quale ci si trovi. Uno per ogni guasto che si possa palesare. Un cacciavite, una chiave inglese per qualsiasi emergenza…

La libertà di trovare la soluzione

Non pensate che essere attrezzati a gestire ogni imprevisto sia sinonimo di grande libertà? Significa non essere ingabbiati nella schiavitù della paura. La paura di sbagliare. Di non essere all’altezza. Sapere che dentro di noi ci sono tutte le risposte e le risorse per affrontare ogni circostanza, lo strumento giusto al momento giusto, ci fa sentire consapevoli della nostra forza interiore. Superare la paura di commettere errori. Perché cos’è l’errore? Che cosa ci spaventa tanto? Il giudizio degli altri ? La nostra percezione di non essere all’altezza? E per chi? per noi? Per gli altri? Liberiamoci da questa paura. Spesso dagli sbagli si impara. Quindi perché avere paura dell’errore? Anzi, ci aiuta a migliorarci e ad evolverci. Sbagliando si impara, lo dice anche il proverbio.

Imparare dagli errori

Quindi ben venga l’errore, se ci può aiutare a superare una nostra resistenza, un nostro limite. Ci insegna ad essere flessibili. Se tutti i giorni ripetiamo ossessivamente le stesse azioni, senza introdurre mai nulla di nuovo, ci sentiamo appagati? Forse plachiamo la nostra ansia momentanea, ma poi ci atrofizziamo. Non cresciamo, non evolviamo. Se, viceversa, ci troviamo di fronte ad una nuova circostanza, possiamo mettere a frutto la nostra capacità di problem solving. E una volta trovata la soluzione, la nostra autostima ne trae giovamento. E’ un circolo virtuoso: affronto il nuovo, trovo la soluzione, sono fiero di me. E sono di nuovo pronto ad affrontare una nuova sfida. Lanciarsi in nuovi progetti, in nuovi modi di affrontare le situazioni ci permette di uscire da quella zona di comfort nella quale ci siamo confinati. Il bisogno di controllo spesso è anche un modo per boicottarci. Non volerci mettere alla prova proprio per rimanere confinati nel nostro cantuccio. Aprirci al mondo significa metterci anche in ascolto di noi stessi. Significa prendere consapevolezza delle nostre capacità.

Le aspettative disattese

Se vogliamo liberarci dal bisogno del controllo, dobbiamo anche liberarci dalle nostre aspettative. Sono loro spesso le nostre gabbie. Sono diverse le aspettative che spesso noi nutriamo:

-nei confronti di noi stessi,

-nei confronti degli altri,

-nei confronti della vita in generale.

Nutrire aspettative significa essere condannati ad una vita dove il più delle volte sono disattese. E questo non può che generare frustrazione e spesso rabbia. Innesca un circolo vizioso, dal quale è difficile uscire . Controllo affinché le mie aspettative si possano realizzare, non si realizzano, mi sento frustrata, allora aumento il mio controllo. Un modo per cercare di uscire da questo meccanismo perverso è chiedersi e descrivere dettagliatamente quali sono le nostre pretese, in tutte 3 le aree che abbiamo elencato. Quando capiremo che le nostre aspettative ci tolgono energia e benessere, quando avremo capito che la soluzione è lasciare andare, accogliere ciò che la vita ci può offrire, senza esercitare alcun tipo di controllo, allora saremo veramente liberi di accettare con gioia l’inaspettato. Perché come dice Alejandro Jodorowsky:” Il primo passo non ti porta dove vuoi, ma ti toglie da dove sei”

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Come abbandonare il controllo

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“Siamo di fronte all’inaspettato: pensavamo di controllare tutto e invece non esercitiamo nessun controllo nell’istante in cui la biologia esprime la sua rivolta” : a dirlo è il filosofo Umberto Galimberti. La pandemia ci ha resi vulnerabili da tutti i punti di vista. Non solo a livello fisiologico, ma anche nelle nostre modalità di espressione, nelle nostre abitudini e nei nostri processi mentali. Abbiamo , però, anche capito che non possiamo esercitare alcun controllo su niente e nessuno. Forse. Anzi speriamo. Perché il Covid 19 ci ha messi di fronte a tutta la nostra fragilità di essere umani, ma ci ha anche insegnato tanto. Come non avere il potere di controllo sulla nostra vita, sui nostri progetti. E’ una frustrazione immensa. Eppure, se riusciamo a cogliere degli insegnamenti anche da un virus così micidiale, significa che siamo capaci di crescere e cogliere gli aspetti positivi da qualsiasi circostanza. Anche la più odiosa.

Perchè ci piace il controllo

Essere sempre al top, non sbagliare mai. E’ questo che ci è stato insegnato. Essere sempre bravi, non commettere mai errori. Ma è davvero terribile sbagliare? Il mito del perfezionismo ci è stato insegnata in giovane età. Soprattutto se abbiamo avuto dei genitori normativi. Regole e sempre regole. “Devi fare tutti i compiti, altrimenti non puoi giocare” ” Mangia tutto altrimenti non puoi vedere la televisione”. Quanti di noi si sono sentiti ripetere queste frasi da bambini? Molti sono cresciuti identificandosi perfettamente nella teoria meccanicistica del causa-effetto. Ad ogni azione consegue una reazione. Soprattutto una punizione se il compito non viene svolto bene. Ma bene per chi? Per chi esercita il controllo, ovviamente. Il controllo viene comunque esercitato anche dal genitore affettivo, per dirla con Eric Berne, padre dell’analisi transazionale. Al desiderio di soffocare e conseguente controllare non si sottrae anche il genitore apparentemente più permissivo. Perché il più delle volte si occupa degli altri in maniera intrusiva, anche senza che ve ne è bisogno e soprattutto senza che venga richiesto. E’ un atteggiamento che soffoca ” Io so quello di cui tu hai bisogno” è il pensiero, un chiaro modo per entrare nella vita degli altri. Controllandoli.

La paura degli imprevisti

La mania di esercitare il controllo va spesso di pari passo con il timore dell’imprevisto. Controllo così mi preparo per affrontare l’ignoto. Si soppesano tutti i dettagli, non si lascia – o si cerca di farlo- nulla al caso. E’ spesso un modo per tenere a freno l ‘ansia. Mi preparo già adesso per affrontare l’imprevisto. Ma siamo sicuri che sia proprio così? Non abbiamo imparato la lezione? Chi avrebbe mai pensato che un giorno non saremmo potuti uscire di casa, avremmo lavorato in smart working, non avremmo potuto abbracciare – n’è vedere- i nostri cari? Neanche il più attento futurologo. Forse solo uno scrittore, come è stato con David Quammen con il suo romanzo “Spillover“. Ma si sa che gli artisti hanno dalla loro la fantasia, che fa loro preconizzare scenari che sembrano irrealizzabili.

L’insicurezza e la mancanza di autostima

Talvolta la causa del bisogno di esercitare un forte controllo non solo su stessi, ma anche sugli altri può essere causata da una profonda insicurezza nelle proprie capacità e una bassa dose di autostima. Ancora una volta il timore di sbagliare getta nel più totale sconforto. Ma proviamo a porci questa domanda” Cosa succede se sbagliamo?” Ovviamente non stiamo parlando dei super scienziati che hanno organizzato e supervisionato l’ammartaggio – come ho imparato che si dice- di Perseverance. Lì il controllo è sacrosanto e guai se non vi fosse. Stiamo, invece, parlando delle incombenze di tutti i giorni. Semplici attività che tutti noi compiamo quotidianamente. Cosa significa in questo caso commettere un errore? Nulla. Aggiungiamo anche che bisogna distinguere l’errante dall’errore, come qualcuno ben più autorevole di noi ha detto. Il fatto di commettere un errore, uno sbaglio non si ripercuote sull’autorevolezza della persona. Siamo umani. L’errore è dentro l’angolo. Perdoniamoci, ma soprattutto lasciamo andare “Tutto quello che non riesci a controllare, ti sta insegnando a lasciar andare” è il pensiero di Jason Kiddart. Niente di più vero.

Controllare le proprie emozioni

Sicuramente è di fondamentale importanza capire che controllare gli altri non è il modo migliore per stare meglio: cercare di dominare chi abbiamo intorno non è la soluzione. Per questo sarebbe consigliabile riuscire ad imparare a controllare noi stessi, d’altronde il problema è dentro di noi.

Inoltre, è importante capire che non possiamo controllare il nostro futuro: possiamo e dobbiamo concentrarci solo sul nostro presente, tenendo conto del fatto che non tutto può essere tenuto sotto controllo e forse questa è una delle poche certezze che abbiamo. Per questo è importante che lavoriamo su noi stessi e sul nostro mondo emotivo. E’ necessario far ricorso alla nostra intelligenza emotiva che ci insegna a conoscere, comprendere e gestire le nostre emozioni.

Il dialogo tra il chi controlla e chi no

Come possiamo uscire dalla gabbia del controllo in cui noi stessi ci siamo rinchiusi? Provate a fare questo esercizio: far dialogare tra loro il vostro Io controllante e il vostro Io che sa lasciar andare. Mettete per scritto un ipotetico dialogo. Aprite un documento word o se preferito prendete carta e penna. Impostate un timer per 5 minuti e iniziate a scrivere. Fate fare un’affermazione all’io censore a cui l’io permissivo può ribattere. E’ importante che il dialogo sia scritto perché vi aiuta a visualizzare il vostro modo di pensare e ragionare. Perché il vostro Io che esercita il controllo sia più distante da voi, dategli un nome diverso dal vostro. Vedrete che sarà un modo per allontanarlo da voi e toglierli potere. L’ultima affermazione deve essere del vostro io che sa come non esercitare il controllo. Date un nome al file e salvatelo. Riprendetelo in mano tutte le volte che sentite dentro di voi il desiderio irrefrenabile di controllare gli altri e le diverse situazioni. Cosa direbbe il vostro io, che sa che non si può esercitare il controllo se non : sulle vostre parole, sui vostri pensieri, sulle vostre emozioni, sulle vostre azioni, ecc ? Chiedeteglielo, è lui il saggio. Tutte le risposte sono già dentro di voi.

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