L’Art Coaching spiegato in un libro

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L’insieme di 3 fattori : una passione, la scrittura, una competenza, il Coaching, un’amicizia, con 2 Artiste e Art Therapist . Così è nato il nostro libro ” Come fare delle propria vita un capolavoro attraverso l’Art Coaching”.

Il libro, appena pubblicato da Montabone Editore , spiega che cosa è l’Art Coaching, il progetto nato dall’incontro di una Life & Business Coach e due Artiste e Art Therapist. Durante le nostre conversazioni abbiamo trovato che le nostre reciproche competenze avessero molti punti in comune.

Il linguaggio delle emozioni

Insieme abbiamo capito che avevamo le chiavi per esprimerci con uno stesso linguaggio. Il linguaggio delle emozioni. Conoscersi, riconoscere le proprie emozioni e soprattutto saperle esprimere permette di poter vivere in maniera più consapevole e sana. Essere in contatto con le proprie emozioni  consente di superare blocchi emotivi, incomprensioni che spesso non ci permettono di poter esprimere la nostra vera natura e costruire relazioni profonde e appaganti. Essere in sintonia con le proprie emozioni significa essere dotati di  intelligenza emotiva, un dono meraviglioso per poter vivere la vita che veramente desideriamo e saperla esprimere al meglio ed  essere veramente noi stessi.

L’intelligenza emotiva è la chiave

L’Art Coaching è, infatti, un ottimo strumento che permette di poter sviluppare l’Intelligenza Emotiva. Se, secondo la definizione che ne dà Daniel Goleman, l’Intelligenza emotiva permette di poter riconoscere le proprie emozioni e saperle gestire , l’Art Coaching ha proprio questo obiettivo. Attraverso il percorso di Coaching si prende consapevolezza di Sè, di chi siamo, delle nostre risorse, delle nostre competenze , dei nostri punti di forza e di quelli di debolezza. Significa conoscersi e riconoscere chi siamo veramente, con tutti i nostri bagagli emozionali. L’Arte è da sempre il mezzo migliore per potersi esprimere, per poter esternare i nostri sentimenti più profondi.

Armonizzare la parte razionale e quella emotiva

L’insieme dei 2 elementi, il Coaching e l’Arte Terapia permette di far dialogare la nostra parte razionale con quella emozionale. L’Art Coaching è il punto di congiunzione, lo strumento che permette di poter armonizzare gli aspetti complessi della nostra persona proprio perché parte dalla nostra consapevolezza e arriva all’espressione delle emozioni. Una consecutio logica che ci consente di essere in linea con il nostro Io più autentico.

Un libro diviso in due parti

Il libro “Come fare della propria vita un capolavoro attraverso l’Art Coaching” si prefigge dunque di spiegare meglio questo approccio. Per questo è stato strutturato in due parti : la prima teorica spiega che cos’è il Coaching, , che cosa è l’Arte Terapia, gli ambiti e le applicazioni , quali sono gli interlocutori ai quali si rivolge. Sono coloro che vogliono conoscersi di più, dedicarsi del tempo per mettersi in contatto con le proprie emozioni e instaurare rapporti sereni oltre che accrescere la propria autostima.

I team building

I destinatari dei progetti di Art Coaching sono anche le Aziende, che vogliono organizzare team building per creare spirito di gruppo, maggiore collaborazione , creare buone relazioni fra i colleghi per poter instaurare rapporti di cooperazione e soprattutto un clima inclusivo e positivo fra tutti. Attraverso le attività di Art Coaching è, infatti, possibile favorire un clima di cooperazione , migliorare la comunicazione fra le parti. Questo grazie alla possibilità di realizzare in maniera concreta un progetto comune, quello che viene definita l’opera condivisa.

Introdurre questo tipo di attività significa sapere valorizzare le qualità di ciascuno per poterle mettere a fattor comune. Uno stile manageriale che è proprio di quella che viene definito la ” leadership gentile” .

La seconda parte

La seconda parte del libro è più pratica e creativa. L’abbiamo chiamata “In viaggio con le emozioni”. un percorso di 30 giorni, con 3 esercizi alla settimana per connettersi con le proprie emozioni. Sono 12 esercizi in un mese , che hanno lo scopo di mettersi n contatto con se stessi, acquisire consapevolezza e liberarsi dai blocchi emotivi. Una sorta di “dieta emozionale” per poter scoprire parti di sé ancora inespresse.

Un viaggio all’interno di se stessi per poter seguire al meglio il suggerimento che campeggia sul tempio di Apollo a Delfi :”Conosci te stesso”. E’ la finalità dell’Art Coaching, per fare della propria vita un capolaoro.

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L’Intelligenza emotiva ci migliora la vita

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Avete mai pensato a come vivremmo bene se tutti fossimo dotati di un elevato grado di intelligenza emotiva? Ci capiremmo meglio, ci rispetteremmo di più, non avremmo conflitti. Perché l’intelligenza emotiva eleva la nostra empatia, la nostra capacità di gestire le emozioni. E’ infatti il punto di congiunzione fra l’intelligenza, quella misurata in QI ( quoziente intellettivo) e le emozioni.

A trattarla per la prima volta sono stati nel 1990 i professori Peter Salovey e John D.Mayer che, in un articolo,  “Emotional Intelligence” definiscono l’intelligenza emotiva come “La capacità di controllare i sentimenti e le emozioni proprie e i ed altrui, distinguere tra di esse e di utilizzare queste informazioni per guidare i propri pensieri e le proprie azioni”. Poi la divulgazione del concetto è stata possibile grazie a Daniel Goleman che, con il suo libro pubblicato nel 1995, “L’intelligenza emotiva” ha permesso il diffondersi di questa nuova competenza.

Le caratteristiche fondamentali dell’IE

Io sono affascinata da sempre dall’argomento. Sarà il mio interesse per le emozioni, per la capacità di saperle esprimere, ma dell’intelligenza emotiva mi sono sempre interessata, ho studiato, approfondito. Da ultimo ho seguito anche un Corso per conseguire l’Emotional Intelligence Pratictioner Certification e il mio interesse è continuato a crescere. Vediamo di spiegare le ragioni di questa mia fiducia nel magico potere dell’intelligenza emotiva. Secondo Daniel Goleman, le caratteristiche fondamentali sono 5:

  1. Consapevolezza
  2. Autocontrollo o padronanza di sé
  3. Motivazione
  4. Empatia
  5. Abilita sociale

La consapevolezza

E’ la capacità di riconoscere, capire e gestire gli stati d’animo, gli impulsi. E’ la chiave di tutto : capire chi siamo , cosa desideriamo, i nostri bisogni, qual è il nostro scopo, purpose, come dicono gli anglosassoni. Per poter giungere alla consapevolezza occorre fare un’autovalutazione per poterci conoscere meglio e capire le nostre priorità. La consapevolezza ci porta ad essere presenti e indirizzare le nostre azioni verso quello che desideriamo realizzare. In questo modo non veniamo sopraffatti dalle emozioni, al contrario siamo in grado di riconoscerle e attivarle a seconda della necessità. Per un’analisi della nostra consapevolezza sugli stati emotivi, può essere utile rispondere al questionario, che trovate qui sotto , che avevo anche proposto nell’articolo sulle gestione delle emozioni. Un altro esercizio utili per accrescere la consapevolezza è fare una lista delle emozioni e degli stati d’animo che proviamo durante la giornata. E’ utile per capire quali sono le emozioni positive e quelle negative. Proviamo a fare questo esercizio per una settimana, a fine giornata, prima di andare a letto. E’ una sorta di termometro emotivo, che ci rivelerà molto di noi.

Autocontrollo o padronanza di sé

Significa saper reindirizzare le emozioni prima di passare all’azione. Proviamo, ad esempio, questo esercizio. Pensiamo di avere a disposizione un pulsante, un pulsante rosso, come spesso si vedono nei telequiz. Tutte le volte che ci sentiamo sopraffatti da un’emozione, pensiamo mentalmente di schiacciarlo e metterlo in pausa. Come ci sentiamo? E’ importante visualizzarlo, perché la nostra mente percepisce un impulso che le comunica di cambiare atteggiamento. E’ uno stop che arriva e ci distoglie dall’emozione che stiamo provando. Per acquisire maggiore padronanza di sé, studi scientifici hanno individuati che esistono dei cosiddetti “cancelli mentali”. Il cervello infatti elabora un sistema di cancelli : quando se si sta provando un’emozione, viene chiuso. Abbiamo quindi la possibilità di disinnescare l’emozione negativa, aprendo la porta ad una positiva. Un altro strumento per controllare la propria emozione è anche quello di innescare un’azione fisica: respirare profondamente ad esempio, o camminare, fare una passeggiata. Quante volte ci è capitato di sentirci stressati, arrabbiati e uscire di casa per fare un giro? Come è stato il nostro stato d’animo al rientro? Non abbiamo provato un immediato beneficio? Utilizziamo questo semplice atto. Semplice, ma molto efficace.

Motivazione

E’ la comprensione di quello che ci spinge all’azione. E’ il motore che ci induce a metterci in gioco e fare sempre meglio. E’ anche la spinta all’autorealizzazione, l’impulso a migliorarsi. In ambito professionale le persone con questa competenza sono persone orientate al risultato, con uno slancio a raggiungere i propri obiettivi, provano a migliorare sempre le proprie prestazioni. Goleman parla di neurologia della motivazione, e attribuisce all’amigdala, ( una particolare regione pari del cervello, sede di svariati nuclei nervosi, che appartiene al lobo temporale e prende parte al cosiddetto sistema limbico). il potere di guidarci verso ciò che per noi conta di più .L’amigdala è la componente di una “porta neuronale” attraverso tutto ciò che ci interessa, tutto ciò che serve a motivarci, entra e viene pesato in base al suo valore come incentivo.

L’empatia

L’empatia è l’abilita che ci consente di entrare in contatto con gli altri, che ce li fa comprendere. E’ la capacità di sentirsi connessi, non ragionare in termini egoistici , ma in termini collettivi. E’ il passaggio dall’io al noi. E’ l’abilità che ci farebbe vivere in un mondo in cui il bene individuale passa anche attraverso il bene di coloro che ci circondano. Non è il mondo dell’utopia, ma il mondo della realtà nella quale c’è spazio per tutti e tutti, insieme, possiamo sostenerci per vivere in maniera armoniosa. Le persone dotate di empatia sanno ben integrarsi, sul luogo di lavoro creano un ambiente di collaborazione e di fiducia. Daniel Goleman nel suo best seller Intelligenza Emotiva sostiene che l’empatia si basa sull’autoconsapevolezza: quanto più siamo aperti alle emozioni tanto più abili saremo nel leggere i sentimenti altrui. Un mondo di emozioni. Positive, ovviamente.

L’abilità sociale

L’empatia, la capacità di mettersi nei panni degli altri ha come risultato la possibilità di sapere instaurare buone relazioni. E’ l’altra fondamentale abilità propria dell’intelligenza emotiva. Cogliere le emozioni altrui è il punto di partenza per questa intelligenza sociale. E’ la capacità di cogliere le correnti emotive che si stabiliscono fra le persone, potenziando quelle positive e cercando di disinnescare quelle negative. Essere dotati di un elevato quoziente emotivo significa sapersi rapportare con gentilezza e altruismo. E qui torna la domanda inziale: che mondo sarebbe se fossimo tutti dotati di intelligenza emotiva? Un mondo di reciproca comprensione e cooperazione. Impegnamoci quindi a sviluppare la nostra intelligenza emotiva. Dipende solo da noi.

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Le soft skills più richieste in azienda

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Il tormentone ” non sarà più come prima”, investe anche le soft skills richieste in azienda? Ovviamente la risposta non può che essere sì. In un mondo in cui gli scenari cambiano così rapidamente, occorre una capacità di adattamento fuori dal comune.

Viviamo in un mondo Vuca ( volatile, incerto, complesso e ambiguo), l’acronimo coniato per la prima volta dagli esperti di leadership Warren Bennis e Burt Nanus, in un’epoca non sospetta, quando il Covid non si era ancora palesato. Pensiamo come gli scenari si sono modificati oggi: lockdown, distanziamento sociale, smart working. Un’accelerazione che neanche i futurologi più esperti avrebbero potuto immaginare. Le doti maggiormente richieste e necessarie non possono quindi che essere quelle legate alla capacità di adeguarsi alla nuova situazione, una mentalità capace di anticipare , orientata al problem solving costante e continuo. Ma vediamo quali sono secondo una recente indagine, condotta da Linkedin, le soft skills più richieste alla luce dei nuovi scenari.

1.Creatività

Una mente aperta, con una forte orientamento a trovare soluzioni rapide alle mutate contingenze è diventata imprescindibile. Abbiamo dovuto rivoluzionare la nostra vita in un lasso di tempo brevissimo. Ci siamo adattati ad una realtà lavorativa di cui si parlava da anni – lo smart working-, ma che le Aziende tardavano a introdurre, soprattutto per un così elevato numero di lavoratori. Una mente creativa, capace di trovare soluzioni in tempi super rapidi è sicuramente da prediligere rispetto ad una personalità più resistente al cambiamento. Perché una mente creativa e sicuramente orientata al problem solving. Ma come coltivare questa soft skill, divenuta sempre più apprezzata?

Come coltivare la creatività

Si sa che noi italiani abbiamo una particolare propensione a questa qualità. Siamo il popolo creativo per antonomasia. La creatività è stata il nostro marchio di fabbrica. E’ nel nostro dna. Ma possiamo anche coltivare e sviluppare un approccio creativo. In azienda spesso si organizzano e realizzano porgetti volti a stimolare questa soft skills: team building, team coaching. Noi dal canto nostro abbiano realizzato un progetto volto proprio a sviluppare questa caratteristica attraverso laboratori creativi, come quelli che realizziamo nel percorsi di Art Coaching. Spesso rimaniamo stupite noi stesso nel vedere la grande abilità creativa che i partecipanti sanno esprimere attraverso le attività ispirate all’arte. Un altro stimolo per sviluppare questa soft skills è anche sforzarsi di uscire dalla nostra zona di comfort e realizzare cose che non avremmo mai fatto.

Un utile esercizio

Un esercizio che spesso consiglio ai miei Coachee è quello di fare ogni giorno, per 15 giorni, una cosa che non avevano mai fatto prima. In questo caso lo stimolo alla creatività è duplice: da un lato sforzarsi di trovare, ogni giorno, qualcosa di nuovo da realizzare, dall’altro mettersi a realizzare l’attività che si è immaginata. Più facile a dirsi che a farsi. Provate a mettervi alla prova. Ogni giorno. per 15 giorni. Abituiamo così il nostro cervello a sforzarsi ad adottare comportamenti che non siano ripetitivi e abitudinari. E’ l’esercizio giusto per uscire dalla nostra zona di comfort. E stimolare la creatività.

2. Persuasione

La capacità di influenzare gli altri attraverso l’esempio è una qualità intrinseca di un leader. L’autorevolezza, l’essere un modello a cui ispirarsi è una delle soft skills più apprezzate nella leadership. Fondamentali buone capacità di comunicazione, ma anche chiarezza di pensiero, capacità di argomentare le proprie idee. Aggiungo che un comportamento etico e socialmente responsabile sono altre qualità fondamentali. Soprattutto in questo periodo storico avere atteggiamenti e comportamenti improntati ad una serie di valori condivisi nel rispetto del bene comune sono stati essenziali. Soprattutto in periodi di incertezza e volatilità poter contare su una guida nella quale riporre fiducia e consenso fa la differenza. Significa anche saper ispirare comportamenti virtuosi. Perché in un contesto nel quale non si hanno tante certezze ” fai sì che siano i tuoi valori a fare da guida” come ha detto Jeremy Hunter, Coach, tra i relatori durante il World Business and Executive Summit.

3. Collaborazione

Il lavoro di squadra è essenziale per poter raggiungere meglio i risultati. I team, che operano come comunità , collaborando fra di loro, mettono da parte le differenze per essere singolarmente e collettivamente concentrati sul bene dell’azienda. Per questo bisogna fare molta attenzione alla composizione del team. Saper scegliere le persone individualmente, capire cosa le rende diverse per poi integrarle con il resto del gruppo. Persone dal grande potenziale, ma capaci di agire da “solisti” non funzionano in un’organizzazione nel quale il lavoro di squadra è fondamentale. Saper motivare il gruppo instaurando un clima di collaborazione e fiducia è uno degli obiettivi di un buon leader . Creare un clima di collaborazione, individuare un obiettivo condiviso è fondamentale per il il successo del team e di conseguenza dell’azienda. Per questo è importante creare situazioni in cui la collaborazione venga sviluppata come soft skills. Anche in questo caso attività di team building, di team coaching sono importanti per raggiungere questo risultato. Un’esigenza quanto mai necessaria in questo momento in cui le attività di smart working stanno facendo venir meno occasioni di collaborazione fra colleghi. L’energia che si sviluppa nella condivisione è importante per poter raggiungere risultati importanti e di adesione ad un progetto. Per questo ritengo che anche in questo periodo di distanziamento sociale, imposto dalle condizioni di emergenza, sia comunque importante creare momenti di condivisione, di team building, anche da remoto. Mantenere lo spirito di squadra è quanto mai fondamentale.

4. Adattabilità

Abbiamo visto che il sapersi adattare al cambiamento è una soft skills essenziale, non solo in questo periodo storico. Per sviluppare questo approccio bisogna coltivare la capacità di saper vedere le situazioni sempre da prospettive diverse. Il later thinking, la capacità di osservare la situazione da diverse angolazioni . Per sviluppare questa abilità è importante essere aperti a nuove esperienze, nuove competenze. Anche i viaggi e le letture ci aiutano a cambiare le prospettive. Ci danno quegli strumenti per conoscere punti di vista differenti. Ancora una volta bisogna saper uscire dalla comfort zone. Coltiviamo la curiosità, lo stupore. Una mente allenata a vedere come la vita possa essere vissuta in maniera diversa. Non dando mai nulla per scontato.

5.Intelligenza emotiva

E’ questa, a mio parere, la madre di tutte le soft skills. L’intelligenza emotiva ci offre una serie di capacità e di abilità che ricomprendono tutte le altre: la capacità di ascoltare, di persuadere, di collaborare, di motivare. E’ la capacità di percepire, valutare, rispondere alle proprie emozioni e a quella degli altri. E’ empatia, la capacità di mettersi nei panni degli altri. Saper anticipare i bisogni e talvolta anche le nuove direzioni. La capacità di ispirare e guidare gruppi di persone.

Competenze personali e sociali

Tutto ciò perché l’intelligenza emotiva, come ben spiega Daniel Goleman nel suo libro “Come lavorare con intelligenza emotiva” può contare su un insieme di competenze sia personali che sociali. Per quelle personali, determina il modo in cui controlliamo noi stessi attraverso la consapevolezza di sé, vale a dire la conoscenza dei propri stati interiori , la padronanza di sé cioè la capacità di dominare i propri stati interiori , la motivazione, cioè la comprensione delle tendenza emotive che facilitano il raggiungimento degli obiettivi. Per quanto concerne le competenze sociali, comprende la consapevolezza dei sentimenti, delle esigenze e degli interessi altrui, vale a dire l’empatia oltre a una serie di abilità : una buona capacità di comunicare, la capacità di ispirare e guidare gli altri, la capacità di risolvere i conflitti, la capacità di alimentare e favorire relazioni, la collaborazione e cooperazione, la capacità di lavorare in team. Caratteristiche tutte che consentono anche di portare valore. E valori. Perché siano la nostra guida.

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