Il vocabolario dell’epoca Covid e post Covid ha avuto parole molto ricorrenti: resilienza è stata, tra gli altri, uno dei termine molto utilizzati. In effetti è stata grazie alla resilienza se siamo riusciti a uscire, chi più chi meno, indenni da questi giorni pesanti di lockdown. Abbiamo scoperto di avere delle risorse al nostro interno che ci hanno permesso di superare i momenti di difficoltà. Della resilienza si sono occupati numerosi studiosi e psicologi. In generale possiamo affermare che la resilienza sia una capacità universale, un insieme di abilità che che permette ad una persona, a un gruppo, di prevenire e superare le avversità della vita.
Ma persone resilienti si nasce o si diventa?
Molti studiosi sostengono che sia possibile predire se le persone saranno resilienti. Viktor Frankl, neurologo, psichiatra e filosofo austriaco, autore, fra le altre opere di “Uno psicologo nel lager” sosteneva che sarebbero sopravissuti alla deportazione coloro che avevano una grande forza interiore, coloro che avevano la capacità di scorgere uno scopo che desse valore all’esistenza. Chi, invece viveva nel passato, senza una prospettiva purtroppo difficilmente sopravviveva.
Gli elementi della resilienza
La capacità dunque di attingere alle proprie risorse è fondamentale. Secondo George Bonanno, psicologo americano, gli elementi della resilienza sono 3:
- la forza d’animo, che a sua volta racchiude al suo interno altre 3 dimensioni: l’impegno a delineare un obiettivo significativo della propria esistenza ( lo scopo come dice Frankl), la convinzione che la persona sia in grado di controllare l’ambiente circostante e la percezione che la persona sia in grado di apprendere e svilupparsi grazie ad esperienze sia positive che negative.
- la fiducia in sé e nelle proprie capacità
- le strategie di coping ( strategie di adattamento) la capacità di esternare emozioni positive.
A questi elementi, aggiungiamo anche un buon sostegno sociale e famigliare. Le persone resilienti sono pertanto le persone che possono godere di fiducia in se stessi, con un buon grado di autostima e con buone relazioni.
Progettualità, coraggio
Se dunque l’essere resilienti dipende in gran parte da se stessi, dalla capacità di avere chiarezza circa gli obiettivi e gli scopi della propria esistenza, dipende anche dalla consapevolezza di avere una rete di salvataggio intorno a sé. Dall’aver saputo coltivare una rete di relazioni sane e costruttive, dalla capacità di aiutare in caso di difficoltà, ma anche di chiedere sostegno. Dalla capacità di avere progettualità, coraggio e proattività, sapendo costruire piani per il futuro e saperli realizzare. Un atteggiamento resiliente è quello di saper guardare gli aspetti positivi della propria esistenza, fare tesoro delle proprie esperienze, traendo anche insegnamenti da situazioni negative. Guardare avanti con fiducia e consapevolezza delle proprie risorse. E’ la forza di assumersi la responsabilità della propria vita in modo attivo e produttivo.
La meditazione della montagna
Ma la resilienza possiamo anche coltivarla attraverso pratiche che rafforzano la nostra centratura, il nostro radicamento. Una buona pratica, ad esempio, è la meditazione della montagna. Quando sentiamo di essere in situazioni di difficoltà, in condizione avverse, fermiamoci, chiudiamo gli occhi e pensiamo ad una montagna. La montagna è simbolo di forza, di radicamento. Visualizziamola, può essere una cima che conosciamo bene o una che non abbiamo mai visto. Immaginiamo di essere noi quella montagna. Forte, radicata, solida. E’ imperturbabile a dispetto delle condizioni atmosferiche o del cambio della stagione. Non viene scalfita dal vento, dal ghiaccio, dalle tormente dell’inverno, dal caldo e dal sole dell’estate, dalla rinascita della natura durante la primavera, dal cambio di stagione dell’autunno che prelude all’inverno. Noi siamo come la montagna, la nostra vita sperimenterà diversi gradi di oscurità, ma anche luce e quiete. Voi siete sempre la montagna, voi siete il vostro centro. Aprite gli occhi e ripensate a questa situazione tutte le volte che state vivendo una situazione difficile, di turbamento. Pensate che le avversità passano, voi siete come la montagna immobile, radicata, inamovibile.
Resilienza: istruzioni per l’uso
E’ una meditazione molto potente che può davvero venirci in soccorso nei momenti difficili. E’ questa la meditazione con cui abbiamo aperto il nostro workshop di Art Coaching del 20 Maggio. Una metafora, quella della montagna, per introdurre il tema “Resilienza: istruzioni per l’uso”. Come in tutti i nostri workshop abbiamo anche realizzato degli esercizi di Coaching, che vi proponiamo e vi invitiamo ad eseguire per sviluppare e coltivare la vostra resilienza. Perché tutto parte sempre da noi. La nostra forza siamo noi. Noi siamo la nostra resilienza.