Il ciclo emotivo del cambiamento

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Negli auguri che ci stiamo scambiando in questi giorni ricorrono parole chiave: rinascita, rinnovamento. C’è un forte desiderio da parte di tutti di cambiamento. Della situazione che ormai stiamo vivendo da oltre un anno e che sembra sempre immobile, con poca luce in fondo al tunnel. Cambiamento della nostra routine, che sta diventando sempre più stretta tra smartworking, dad, relazioni sociali azzerate. In attesa che qualcosa cambi, cambiamenti che purtroppo non possono essere originati solo da noi ( a parte i nostri comportamenti di osservanza delle regole di distanziamento, non assembramento ecc ecc) proviamo a ragionare su quello che possiamo modificare noi stessi.

Il cambiamento nasce da noi stessi

Se vogliamo che qualcosa cambi dobbiamo partire da noi stessi. Quante volte abbiamo sentito questa frase? Tante, tantissime, ma è una verità inconfutabile. L‘unico controllo che possiamo esercitare è quello su noi stessi, lo abbiamo già scritto, perché come dice Tom Peters ” il cambiamento è una porta che si apre solo dall’interno”, metafora perfetta. Quindi analizziamo quello che sta stretto nella nostra vita, cosa non siamo più in grado di sopportare e mettiamoci all’opera. Ma prima ascoltiamo qualche consiglio utile per imparare a gestire al meglio il nostro cambiamento, prendendo in considerazione quelli che sono gli stadi emotivi che tutti siamo chiamati ad affrontare. Una volta compreso quello che ci aspetta, saremo in grado di affrontare il cambiamento con spirito costruttivo e positivo.

Le 5 fasi

I consigli ci vengono da Don Kelley e Daryl Conner, due ricercatori americani che notarono che molti degli individui che avevano affrontato un cambiamento volontario, si erano ritrovati ad attraversare 5 fasi, e in ognuna di queste fasi avevano vissuto un preciso stato emotivo. Svilupparono così l’Emotional Cycle of Change (ciclo emotivo del cambiamento) e lo pubblicarono nell’ “Annual Handbook for Group Facilitators” del 1979. Il modello delinea le cinque fasi emotive che la maggior parte delle persone attraversa durante il cambiamento volontario.

La fase 1: ottimismo ingiustificato

Chi non ha mai provato un grande stato di eccitazione quando è in procinto di affrontare un nuovo progetto? Siamo pieni di entusiasmo , l’adrenalina è a mille e e la nostra motivazione è ai massimi livelli. Siamo pervasi da uno stato di invincibilità – poco razionale e del tutto ingiustificata. In questa sindrome da superman e superwoman occorre seguire due consigli pratici. Il primo è quello di stilare e mettere per iscritto ( il potere della visualizzazione ci può venire in soccorso) quelli che sono i benefici che ci aspettiamo da questo cambiamento. Lavoriamo con la nostra energia cognitiva e pensiamo in maniera razionale e non emotiva. Il secondo consiglio è quello di mettere un po’ il freno a questo nostro impeto di voler raggiungere subito il risultato. Pensiamo a quando dobbiamo fare una corsa : mantenere sin dall’inizio la giusta andatura ci permette di non disperdere da subito tutta l’energia, ma conservarla e dosarla in maniera equilibrata. Insomma, abbondiamo la modalità “voglio tutto e subito”, non paga. Dosiamo le nostre forze e ricordiamoci che chi va piano…va sano e va lontano.

La fase 2: pessimismo giustificato

E’ il momento dello scoramento. Siamo partiti pieni di belle speranze, ma l’entusiasmo, quella forza propulsiva che ci aveva sostenuto nella prima fase, inizia a calare. Le difficoltà che troviamo lungo il nostro cammino aumentano la nostra frustrazione e l’assenza di risultati tangibili intacca la nostra motivazione. E ‘ qui che affiorano le domande” Perché ho iniziato questo percorso?” ” Che senso ha continuare?” e la nostra vocina interiore ci dice anche “Ma sì, anche se rimando a domani, cambia qualcosa?” ” Che senso ha continuare, tanto non ce la farò”. Ben arrivati nella Valle della disperazione. E’ questo lo scoglio sul quale tutti i nostri buoni propositi si infrangono…E’ questo il momento in cui il 90% dei tentativi di cambiamento si annullano. L’entusiasmo della prima fase è svanito. E’ questo il momento in cui dobbiamo far ricorso a tutta la nostra forza di volontà per poter proseguire nel nostro cammino.

Fase 3 : realismo incoraggiante

Coloro che riescono a superare la fase del pessimismo giustificato, iniziano a vedere il cambiamento in maniera più oggettiva. Diventano più consapevoli degli ostacoli che dovranno affrontare ed iniziano ad elaborare le strategie che permetteranno loro di superarli con successo. Una modalità può essere quella di darsi una data di scadenza e valutare i progressi raggiunti. Rafforza la nostra motivazione e ne beneficia la nostra autostima. Ci focalizziamo su cosa ha funzionato e possiamo costruire una strategia per poter proseguire, facendo tesoro dei nostri risultati, seppur parziali. E’ la fase più importante di tutto il percorso, perché ci dà l’energia per poter proseguire lungo la nostra via del cambiamento.

Fase 4: ottimismo giustificato

Rimaniamo focalizzati sulle singole azioni per un periodo sufficientemente lungo – solitamente 90 giorni- ed entriamo nella quarta fase del ciclo emotivo del cambiamento. Non siamo ancora arrivati alla meta, ma siamo vicini. E’ in questa fase che possiamo consolidare la nostra posizione mettendo in atto un’azione importante: aiutare gli altri. Noi siamo riusciti a superare tutte le fasi complesse, abbiamo scavallato la valle della disperazione e conosciamo bene gli stati emotivi e gli ostacoli che abbiamo superato. Condividerli con gli altri è un modo per essere noi stessi testimoni del fatto che ottenere un cambiamento è possibile. Diventiamo una guida, un mentore. E sappiamo quanto fa bene fare del bene.

Fase 5 : conclusione

E’ fatta, siamo arrivati al termine del nostro cammino verso il cambiamento e possiamo celebrarci. Siamo stati davvero bravi, non era scontato, per cui non sottovalutiamo il nostro successo. Celebriamoci e premiamoci. Mandiamo messaggi positivi al nostro cervello perché possiamo diventare consapevoli dei nostri successi. L’autostima ne trarrà grandi vantaggi. Dobbiamo essere fieri di noi. Come vi sentite? Avete cambiato la vostra opinione si di voi? E’ cambiamento anche questo… Siamo pronti per una nuova rinascita. A proposito, buona Pasqua di luce e rinascita a tutti!

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7 consigli per ridurre lo stress

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Ieri ho provato consolare la mia adorata nipote Giulia, disperata perché a causa di una compagna di classe positiva al tampone, dovrà stare in quarantena fiduciaria e quindi non potrà andare a scuola. Ho percepito e capito quanto stress questa notizia ha causato a lei e a tutti i suoi amici e compagni. Questa situazione purtroppo si ripete ogni giorno in ogni città. Lo stress che questo provoca ai bambini e ai ragazzi è davvero enorme. Per cercare di consolarla, ho cercato di usare tecniche da Coach: farla focalizzare sugli aspetti positivi che questa situazione di disagio per lei può però offrirle. Non alzarsi presto la mattina, mangiare con il papà, che è in smart working, vedere il fratellino…Insomma, la tecnica è stata quella di farla concentrare sui pensieri positivi. Ha funzionato. Quindi se ha funzionato su una ragazzina di 11 anni, perché non dovrebbe funzionare sugli adulti, come rimedio contro lo stress?

Dissociarsi dalle emozioni

Il principio è semplice : cercare di dissociarsi dall’emozione negativa che stiamo provando. Portare la nostra mente a vedere e percepire qualcosa che genera invece uno stato di piacere, benessere. Una modalità che aiuta a produrre ossitocina, l’ormone che fa automaticamente diminuire lo stress e le emozioni negative. Proviamo a vedere qualche altra tecnica per potersi allontanare da uno stato di stress emotivo. Ve ne propongo 7. Vediamoli insieme.

1.Usare la terza persona

Usare il proprio nome anziché la prima persona “Io” ci aiuta a dissociarci dall’emozione, separarcene. Vederla staccata da noi ci dà la percezione che non ci appartenga. Non sono io a provare quell’emozione, ma qualcun altro, una terza persona. Quindi perché devo sentirmi coinvolto emotivamente se non sono io?

2. Osserva quello che sta accadendo

Invece di essere avvolti dallo situazione stressante, facciamo un passo indietro e osserviamo quello che sta succedendo a noi, ai nostri pensieri. Com’è il nostro respiro? E’ affannato? Prendiamone consapevolezza e iniziamo a respirare ad un ritmo regolare, con profondi inspiri ed espiri. Tecnica semplice, ma molto efficace.

3. Smettere di combattere l’emozione

Invece di porsi in uno stato di antagonismo con l’emozione che genera lo stress, ingaggiando una sorta di battaglia interiore, provate ad accoglierla, accettarla. E’ attraverso l’accettazione che operiamo un cambiamento nei confronti dell’emozione.

4. Sposta l’attenzione

E’ quello che ho fatto io con Giulia: spostare il focus su qualcosa di diverso. Un pensiero positivo, che induce alla calma. Riportare alla memoria il ricordo di un momento in cui siamo stati felici. Una bella esperienza passata, che ci ha divertito. Il pensiero negativo, fonte di stress viene annullato e scompare magicamente.

5. Riducilo a pezzettini

Spesso quando ci sentiamo stressati o sopraffatti dalle circostanze è perché cerchiamo di fare tutto in una volta. Provate a ridurre in piccole parti le attività che occorre realizzare. E’ utilissimo e molto efficace perché realizzare e portare a termine il micro-obiettivo rafforza la nostra motivazione a autostima. Raggiungere il nostro obiettivo, per piccolo che sia, ci fa sentire fieri e orgogliosi di noi oltre che porci in uno stato mentale positivo.

6. Metti in pausa

Se state affrontando un momento che vi genera uno stato di ansia o stress, mettetevi in pausa per 7 minuti. Puntate un timer sull’orologio o sul cellulare e per 7 minuti fate qualcosa di completamente diverso. Alzatevi, fate una passeggiata, bevete un bicchier d’acqua. Qualsiasi cosa che vi distolga da quella situazione per cui stavate provando uno stato d’animo negativo. Passati 7 minuti riprendete quello che state facendo. Sarete un’altra persona e vi sarete dimenticati dell’emozione stressante. Ve lo assicuro.

7. Parla con qualcuno a cui tieni

Prendetevi qualche minuto per parlare con la persona che vi fa stare bene. Non ditele ovviamente che vi sentite stressati. Basta dire che volevate sentire la sua voce e concentratevi proprio sul tono, il volume, sulle parole che sta pronunciando. Se proprio volete strafare, ditele o ditegli quanto tenete a lui o a lei. I sentimenti e le emozioni positive sono sempre la miglior medicina. Un rimedio infallibile per ridurre lo stress.

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