Il potere del “noi”

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Avete mai provato a pensare quante volte durante il giorno pronunciate il pronome “noi” e quanto “io”‘?

Le ricerche in campo psicologico dimostrano che l’uso dei pronomi “noi” è associato a relazioni più felici e a una migliore risoluzione dei conflitti rispetto a quando ci concentriamo su “me” e “te”.

Il contesto storico in cui stiamo vivendo e la pandemia ci ha insegnato una grande verità” nessuno di salva da solo”. Lo vanno ripetendo i leader illuminati che hanno affrontato in maniera più efficace la situazione dal punto di vista sanitario.

“Nessun uomo è un isola”

La poesia di John Donne sull’importanza di rimanere uniti di fronte alle avversità ne è un’ulteriore testimonianza. Ma torniamo all’uso del “noi”. L’utilizzo del pronome plurale dimostra ancora una volta il potere delle nostre parole e del nostro linguaggio nell’influenzare la nostra prospettiva e il nostro pensiero. Quando scegliamo le parole giuste, possiamo influenzare la nostra mente in modo potente. Pensiamo al nostro dialogo interiore e riflettiamo sull’utilizzo delle parole e al loro significato. Per chi esercita la professione di Coach è fondamentale ascoltare e prestare attenzione all’utilizzo delle parole stesse. Le parole esprimono il nostro pensiero, il nostro sentimento, le nostre emozioni. Prestate attenzione al modo in cui vi esprimete. A volte basta una parola per cambiare completamente il tono di ciò che stiamo comunicando. E questo ovviamente si riverbera sulle nostre relazioni. Un utilizzo delle parole attento e rispettoso si riflette nella qualità delle nostre relazioni. Alzare i toni, urlare non favorisce certamente il dialogo, lo scambio, la comprensione.

Chi dice noi ha relazioni più felici

In un’analisi pubblicata sul Journal of Social and Personal Relationships, i ricercatori hanno analizzato 30 studi su quasi 5.300 partecipanti e hanno scoperto che le coppie che spesso dicono “noi” hanno relazioni di maggior successo e sono complessivamente più felici e più sane.

In totale, i ricercatori hanno esaminato cinque diverse misurazioni: risultati della relazione (soddisfazione, durata dell’unione), comportamenti relazionali (interazioni positive vs. negative osservate), salute mentale, salute fisica e comportamenti sanitari (quanto bene i partecipanti si prendono cura di se stessi) .

La leadership ragiona con noi

Non è solo nelle relazioni di coppia che il passare dall’esprimerci ( e comportarci) in termine di “noi” porta i suoi benefici. Lo ritroviamo in tutti i rapporti: di amicizia, in famiglia, sul lavoro.

Nei colloqui di lavoro, uno studio pubblicato dall’Institute of Electrical and Electronic Engineers ha scoperto che l’uso di “Noi” invece di “Io” era un potente predittore di candidati valutati in modo più favorevole, compreso l’essere visti come più positivi e amichevoli. Nei ruoli di leadership, uno studio pubblicato su Developmental Psychology ha scoperto che l’uso di un linguaggio incentrato sul gruppo come “Noi” prevedeva chi sarebbe stato eletto come leader. L’uso di “noi” implica un legame di gruppo: una partnership, una squadra, una famiglia, una tribù, una comunità. Quando usiamo “noi” , colleghiamo automaticamente i nostri obiettivi, valori e intenzioni ad altre persone che riteniamo essere nella nostra stessa condizione. Nessun si salva da solo, appunto. Del resto la nostra natura di animali sociali ci ha portato ad evolverci e a crescere.

Il potere del noi accresce l’empatia

Cerchiamo di analizzare le ragioni del valore dell’esprimerci e agire in termini collettivi e non individuali. Il potere del “noi” aiuta a creare un senso di:

Identità condivisa

quando usi il termine “noi”, stai facendo sapere alle persone che fanno parte del tuo gruppo. Questo sviluppa un potente senso di appartenenza e identità collettiva (che si tratti di una famiglia, un’azienda, una squadra sportiva, una religione o nazione). I leader di successo sono in grado di creare nuove identità ed estendere la loro definizione di “noi” per portare nuove persone nella loro cerchia di empatia. E’ una delle principali caratteristiche dell’intelligenza emotiva essere empatici: mettersi nei panni degli altri, comprendere le situazioni e gli stati d’animo altrui. Significa sapere creare un ambiente armonico, fatto di ascolto e comprensione. Non c’è una frattura fra me e te. Ci siamo noi.

Obiettivi condivisi

Il sintonizzarsi sul “noi” aiuta le nostre relazioni perché consente alle persone di percepire che si sta lavorando insieme per raggiungere il medesimo obiettivo o risolvere un problema. Dire “Dobbiamo risolvere questa situazione ” o “Dobbiamo prendere una decisione su questo argomento ” è molto più amichevole e cooperativo che dire “Devi risolvere questa situazione ” o “Devo prendere una decisione su questo argomento.” Il “noi” implica il lavoro di squadra e uno sforzo e investimento reciproco da parte di tutti.

Risultati condivisi

Il “noi” non riguarda solo la condivisione dei problemi, ma anche la condivisione dei risultati e dei momenti piacevoli. In generale, le coppie che impiegano più tempo per riflettere su ricordi positivi e condividere nuove esperienze insieme, lavorare su progetti comuni tendono ad essere più felici e più sane, e pensare in termini di “noi” enfatizzerà questa verità. Condividere i successi con il proprio partner, con chi ci sta vicino rafforza la relazione e il loro credito, soprattutto se si fa sapere loro che non si sarebbe potuto raggiungere il risultato senza la loro presenza. Essere felice per il successo di chi ci sta accanto come se fosse nostro: fare i complimenti alle persone, congratularsi e far sapere loro che ne siamo orgogliosi . Il successo è il più delle volte frutto di una combinazione di molte persone che lavorano insieme, quindi il “noi” aiuta a evidenziarlo e a sottolineare quella crescita e successo condivisi.

Spostare il focus da sè agli altri

Lasciar andare “me” – Concentrarsi troppo su “me” è spesso un segno di depressione. Il fatto di continuare a rimuginare su se stessi, sui propri problemi non ci fa crescere e progredire. Rimanere troppo concentrarsi su stessi può, alla lunga, portare ad una fossilizzazione. Per rompere questo schema dobbiamo uscire da noi stessi e concentrarci su cosa possiamo fare per aiutare gli altri. Questo è uno dei motivi per cui è stato dimostrato che avere una mentalità generosa, come compiere atti di gentilezza e volontariato, migliora la salute mentale. La gentilezza ci dà l’opportunità di spostare la nostra attenzione lontano da “me” e verso il “noi” più grande dell’umanità.

Parlare più “noi” ha molti potenziali vantaggi, ma il più importante è che cambia radicalmente il modo in cui vediamo noi stessi e le nostre relazioni nel complesso.

La natura umana è interconnessa. Ogni individuo è in parte definito dalle relazioni che lo circondano (famiglia, amici, persone care, colleghi, conoscenti, ecc.), e in fondo le nostre vite sono tutte influenzate dalla qualità di queste relazioni.

“Nessun uomo è un’isola” è una verità fondamentale, che tu possa vedere il tuo “noi” o meno.

Per costruire felicità e significato nella nostra vita, spesso abbiamo bisogno di costruire relazioni strette e profonde con gli altri. Ciò ci impone di vedere il nostro benessere come sovrapposizione con il benessere degli altri.

Una volta compresa questa verità fondamentale, dire “noi” inizia ad essere più naturale oltre che dimostrare che:

“Il valore di una persona risiede in ciò che è capace di dare, non in ciò che è capace di prendere” Albert Einstein

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Fare gruppo, sempre

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Investire nella creazione di legami veri ed emotivi fra le persone: sono quelli che durano nel tempo e rendono un gruppo, un team veramente forte. Ho sempre creduto nella forza delle relazioni. Ho sempre pensato che da soli non si possono raggiungere risultati ragguardevoli. Occorre sì avere idee chiare, una visione, ma una buona squadra di collaboratori è fondamentale per poter essere vincenti . Avere una gruppo coeso, forte e motivato è la benzina per poter far funzionare il motore che può portare a correre molto lontano.

Spirito di squadra

Mi è capitato recentemente di riflettere sull’importanza di fare squadra. In una mia recente esperienza professionale mi sono trovata a gestire un gruppo creato per raggiungere la realizzazione di un obiettivo. Il risultato è stato molto soddisfacente. Mi sono stati fatti i complimenti per aver raggiunto il risultato, ma non ho avuto esitazione a condividere con il resto del gruppo la gratificazione. Perché ero consapevole che il buon risultato è stato possibile solo grazie ad un lavoro di squadra, di un team coeso. Quali sono stati i fattori che hanno reso possibili questo risultato? Ne ho ravvisati essenzialmente 3.

1. Chiarezza degli obiettivi

Sembra un’ovvietà, ma se all’interno di un team ciascuno ha un obiettivo chiaro, ben definito siamo già a metà dell’opera. Affidare a ciascun elemento del gruppo un compito preciso, misurabile investe , da un lato, la persona della responsabilità e al contempo la consapevolezza di aver chiara la propria missione. Lapalissiano. Ma non sempre è così. Vi è mai capitato di lavorare in un gruppo in cui regna confusione tra i ruoli? Non avere chiaro quello che è il compito affidato, genera frustrazione. E la frustrazione si trasforma in negatività. Un team all’interno del quale anche una sola persona è demotivata, può creare tensione e generare un clima di scontentezza e di rabbia. Al contrario quando tutti i componenti del gruppo sono sereni, concentrati sul loro obiettivo, si percepisce un’armonia e un’atmosfera molto positiva.

2. Saper comunicare bene

Un altro aspetto fondamentale (che costituisce, a parer mio, quasi il 50% dei buoni risultati raggiunti) è rappresentato dalla buona comunicazione che circola fra i componenti del gruppo. Sono sempre stata contraria all’approccio di molti manager ( non posso definirli leader perché non lo sono) del “Divide et impera”. Creare competizione fra i componenti del team per dare quella grinta che aiuta a raggiungere i risultati. Niente di più sbagliato. Non far circolare le comunicazione, non mettere le persone nella condizione di essere alleate fra di loro, crea quella condizione per la quale le persone sentono di doversi difendere, guardarsi le spalle Quanta energia dispersa nel parare i colpi, invece di impiegarla per il raggiungimento dell’obiettivo comune.

3. Lavorare sui punti di forza di ciascuno

Un altro importante punto fermo da tenere in considerazione è che non siamo tutti uguali. Ogni persona ha una sua caratteristica, un suo differente approccio. Un differente punto di forza. E qui entra in gioco l’ascolto. In generale le persone lavorano meglio magnetizzando le proprie virtù piuttosto che concentrandosi sulle proprie mancanze. Come spiega Swami Kriyananda ne “L’arte di guidare gli altri” concentrarsi sulle proprie mancanze, tende a far sì che l’energia venga assorbita da pensieri negativi, come lo scoraggiamento e l’insicurezza. Quando una persona è, invece, incoraggiata a concentrarsi sullo sviluppo dei propri punti di forza, questi le forniranno presto il magnetismo positivo che serve per combattere le proprie debolezze. Far leva quindi sui punti di forza, le risorse interiori di ciascuno aiuta a creare uno spirito costruttivo nel gruppo.

Gli stili relazionali

Ciascuno di noi ha un differente stile relazionale: saperli comprendere permette di creare dei team adeguati all’obiettivo. Se, ad esempio, occorre lavorare su un progetto in tempi rapidi sarà meglio costruire gruppi omogenei fra di loro. Persone che hanno il medesimo approccio e visione. Personalità analitiche, razionali. Se viceversa occorre essere creativi, sviluppare progetti nuovi, utilizzare la tecnica del brain storming , la diversità fra i componenti del team costituirà un punto di forza. Molte attività di team coaching hanno proprio l’obiettivo di individuare e valorizzare gli stili di ciascuno. Attraverso attività di team building creative si possono riconoscere e valorizzare i soggetti più portati a lavorare in gruppo, quelli più individualisti, ad esempio. In contesti nei quali ci si può collegare con la propria sfera emotiva si possono raggiungere risultati davvero molto interessanti per poter gestire al meglio i team, le squadre. Perché fare gruppo è fondamentale. Sempre. Come diceva il nostro amico Coach Bill Campbell: ” Costruite sempre un gruppo sia in ambito lavorativo che nel tempo libero: in qualunque ambito si è più forti se le persone hanno legato fra di loro”. E’ la forza del gruppo.

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